

Bigino di letteratura italiana che sintetizza la vita, la personalità e le opere dei principali autori italiani che hanno segnato la storia del nostro paese dall'Ottocento al Novecento: Verga, Pirandello e Svevo.
In questo riassunto di letteratura italiana troverai i riassunti e commento di alcune opere di Verga, Pirandello e Svevo.
Il testo contestualizza le opere a partire dalla situazione dell’Italia unita, focalizzandosi sul carattere fondamentale della letteratura del secondo Ottocento, con il Naturalismo e Verismo.
Il bigino riassume in modo chiaro e completo il contenuto delle principali opere di ognuno dei tre autori.
Le opere che sono approfondite in questo riassunto di letteratura italiana dedicato a Verga, Pirandello e Svevo sono rispettivamente:
Indipendentemente dalle varie interpretazioni che ne sono state date, è indubbio che l’opera di Verga occupa un posto primario nel quadro della letteratura italiana del secondo Ottocento. A lui va innanzi tutto il merito di avere posto al centro della sua narrativa il mondo meridionale e siciliano, che costituiva la vita autentica dell’Italia post-unitaria, che non era tanto quella delle grandi città e dei grandi personaggi, quanto quella dei piccoli centri, dei paesi e delle campagne, i cui protagonisti sono piccoli borghesi, artigiani, contadini, pastori, pescatori, sui quali pesa un destino di sofferenza, di miseria, di ignoranza, di ingiustizia, senza speranza di redenzione e di salvezza.
Italo Svevo è considerato dalla critica il creatore del romanzo psicologico moderno, colui che avviò la nostra narrativa al respiro che anima il romanzo moderno.
Svevo fu il primo ad affrontare la crisi dell’uomo contemporaneo, che non riconosce più nella società in cui vive un’età di progresso, ma una prigione entro cui si dibatte senza speranze e senza certezze. I suoi personaggi sono infatti interpreti dell’insofferenza e dell’alienazione dell’uomo moderno, in contrasto con l’orientamento di una vita già predestinata, alla quale non è in grado di opporsi.
Luigi Pirandello è uno degli interpreti più espressivi dello squilibrio dello spirito contemporaneo e il maggior drammaturgo del Novecento. Egli cominciò come narratore sul finire dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, ma si fermò e si impose all’attenzione del mondo culturale italiano ed europeo soltanto negli anni Venti, quando cominciò a rappresentare i suoi drammi.
La recente critica fa giustamente osservare che il primo tirocinio dello scrittore siciliano avvenne nelle novelle e nei romanzi, che gli offrirono i temi per molte composizioni teatrali, per cui l’opera in prosa deve essere considerata una specie di preparazione a quella del drammaturgo. Ma addirittura c’è chi giudica l’attività del narratore superiore a quella del drammaturgo e rimprovera alla critica di aver trascurato questo aspetto dello scrittore agrigentino.
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