Canne al vento e altri romanzi - Grazia Deledda - Riassunto e commento
Grazia Deledda - Riassunto di: Canne al vento - Elias Portulo - L'Edera - La Madre
Canne al vento - Questo romanzo, probabilmente il più riuscito della Deledda, accoglie in sé tutti gli elementi cruciali dell’opera della scrittrice.
In primo luogo c’è la Sardegna, qui descritta come terra aspra e ingenerosa con i suoi abitanti, ma anche ammantata di una bellezza selvaggia e animata da presenze notturne soprannaturali come fate, folletti e fantasmi.
Poi c’è il tema dell’amore colpevole, quello di Efix per Lia, che urta contro le rigide separazioni sociali, perché un servo ha osato alzare gli occhi sulla padrona e quello di Noemi per Giacinto, che rasenta l’incesto.
Infine compare il tema del riscatto dal peccato, maturato attraverso l’espiazione e la penitenza.
Estratti:
Riassunti
Canne al Vento: Efix è l’anziano servo delle dame Pintor, Ester, Ruth e Noemi, discendenti di un nobile casato ormai decaduto del paese di Galte, in Sardegna. Le donne vivono relegate nella loro casa in rovina e l’uomo coltiva l’ultimo podere rimasto loro degli immensi possedimenti di un tempo.
Efix con la sua abnegazione vuole espiare la colpa di aver, sia pur involontariamente, ucciso il padre delle sue padrone, don Zame, dopo aver aiutato la più giovane delle sorelle Pintor, Lia, a fuggire dalla tirannia del genitore.
All’improvviso giunge dal continente il figlio di Lia, Giacinto, che è rimasto senza genitori. Efix auspica che il giovane diventi un sostegno per le zie, ma questi, al contrario, sperpera ingenti somme di denaro prestategli da un’usuraia.
Tra Giacinto e l’umile paesana Grixenda nasce l’amore, ma le nobildonne si oppongono al matrimonio. Intanto Noemi, la più giovane e inquieta delle Pintor, è preda di un sentimento ambiguo e morboso per Giacinto. Il ragazzo, per disporre di altro denaro, arriva a falsificare la firma delle zie su di una cambiale e le Pintor sono costrette a vendere il poderetto per salvare il nipote.
Giacinto lascia il paese e si trova un umile impiego mentre Efix inizia a condurre una vita di vagabondaggio, mendicando il pane per espiare le sue colpe. Quando fa ritorno, apprende finalmente che Giacinto sposerà Grixenda e che Noemi, a sua volta, ha accettato la proposta di matrimonio del ricco cugino Predu. Ora Efix può finalmente morire in pace.
Elias Portulo: Questo romanzo si sviluppa intorno al tema della passione irrefrenabile che travolge gli esseri umani. Come in altre opere della Deledda, il protagonista è afflitto da una coscienza travagliata e da una diversità, che lo isola dalla comunità in cui vive.
A questo mondo popolare sardo, che sa accettare senza sforzo le norme e le tradizioni del clan, si oppone Elias, colpevole di un amore incestuoso, che vìola uno dei massimi tabù. E questo amore è, insieme, per il giovane, ebbrezza, disperazione, rimorso, fatalità e peccato da espiare. La via d’uscita sarà il rifugio nella vita religiosa, la repressione degli istinti, la sublimazione dello spirito purificato dal dolore.
L'Edera: Il titolo rimanda al personaggio di Annesa che, nel corso del romanzo, è più volte e scopertamente paragonata alla pianta rampicante.
Annesa, infatti, è come l’edera che si attacca al muro e non se ne distacca più, finché non si secca o finché il muro non cade.
In questa immagine il muro e, altrove, il tronco o l’albero, rappresentano la famiglia Decherchi, alla quale Annesa intreccia indissolubilmente il suo destino.
Di lei si dice che aveva partecipato a tutte le vicissitudini della famiglia in cui la sorte l’aveva gettata come il vento di marzo getta il seme sulla roccia accanto all’albero cadente. Annesa era cresciuta così, come l’edera, allacciandosi al vecchio tronco e lasciandosi travolgere dalla rovina che lo schiantava.
Anche Paulu, invaghitosi della vedova Zana, non può fare a meno di ripensare ad Annesa, all’edera tenace e soffocante della quale egli solo conosceva gli abbracci e della quale sentiva di non potersi liberare mai più.
E ancora Paulu confessa a Ballore Spanu di avere una relazione clandestina con una donna, che è Annesa, della quale dice: “Anche lei mi aveva sempre amato: mi si avvinghiò, si strinse a me come l’edera alla pianta”.
La metafora dell’edera ricompare anche nelle ultime parole del romanzo, dove il ritorno di Annesa in seno alla famiglia Decherchi è espresso dall’immagine dell’edera che si riallaccia all’albero e lo copre pietosamente con le sue foglie, perché il vecchio tronco ormai è morto.
La Madre: Romanzo breve dall’intreccio esile la cui struttura è tutta costruita in funzione del finale, sapientemente orchestrato, in cui culmina la suspance.
Premesse della vicenda sono, da una parte, la relazione clandestina di Paulo e Agnese e, dall’altra, il ruolo della madre che richiama il figlio sacerdote ai suoi doveri. Si assiste a un calibrato crescendo di tensione attraverso la serie di colloqui tra madre e figlio e, infine, attraverso la minaccia di Agnese di denunciare al popolo Paulo.
Ma se Paulo vince la sua battaglia contro se stesso, la madre ne muore in silenzio, uccisa dal suo stesso amore per il figlio.
La produzione di Grazia Deledda prende le mosse da una poetica veristica per poi maturare problematiche molto moderne, innestando nel naturalismo regionalistico una sensibilità nuova che si colloca ai confini del Decadentismo. Al centro delle sue opere campeggia la rappresentazione della sua terra: la Sardegna.
La Sardegna è descritta realisticamente nei suoi particolari geografici, ma assurge anche a mondo del mito, della leggenda e della magia, trasfigurata in un luogo simbolico. È un mondo remoto, regolato da consuetudini arcaiche e patriarcali. Essa vive attraverso la rappresentazione dei suoi caratteri, che spaziano dalla storia ai costumi, dalla religiosità al paesaggio.
Quest’ultimo assume un significato sempre più profondo nell’arco della vicenda artistica dell’autrice, passando da ingenua descrizione nelle prime opere a complemento dei sentimenti dei personaggi nei romanzi più maturi.
Questa rispondenza della natura ai tumulti interiori è di certo un tratto estraneo al verismo, come anche il fatto che l’autrice non segua propositi di “oggettività”.
Un aspetto frequente nei romanzi di Grazia Deledda è rappresentato dai pellegrinaggi.
Scheda tecnica
- Tipo Scuola
- Scuole Superiori
- Numero Pagine
- 192
- Altezza
- 150
- Larghezza
- 105
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